Storie di ordinaria follia

Corri, Forrest, corri

Se gli altri giorni il fatto che in Austria non ci fossero le tende non mi toccava, questa mattina il fatto che alle 7 iniziasse ad entrare il sole dalle imposte ammetto che mi ha turbato non poco. Alle otto vagavo già per l’ostello in cerca di un caffè.
Alla fine siamo usciti verso le undici per andare a vedere un orologio che a mezzogiorno fa un carosello, da non perdere a dire di due ragazzi napoletani che abbiamo conosciuto… mezzo’ora ad aspettare che inizi per poi andarcene prima della fine per noia! 12 personaggi sfilano davanti all’orologio con una lentezza inaudita e una musica che, con solo 5 ore di sonno alle spalle, mi faceva cadere addormentata. Fortuna che poi siamo andati a vedere il bel Danubio blu, che è davvero blu e, poiché si trova un po’ fuori dal centro di Vienna, è incorniciato da parchi e montagne… proprio un bel paesaggio!
Prima di lasciare Vienna ci siamo concessi un ultimo pranzo a base di zuppa nel pane. Stranamente, infatti, a Vienna non è il pane che viene inzuppato, ma la zuppa che viene in-panata! Il piatto consiste in una una grande pagnotta svuotata all’interno dove viene messa la zuppa -la mia era patate e funghi- e, se si ha tanta fame, permette di mangiare anche il contenitore! Una leccornia!

Alle 17, con calma, siamo andati in aeroporto, il nostro aereo del resto sarebbe partito alle 20. Sarebbe, se non fosse che una volta arrivati, abbiamo scoperto che era stato sostituito con un volo che partiva: ORA!

In tempo zero abbiamo quindi imbarcato il bagaglio e siamo corsi al gate ma, come in ogni film che si rispetti, dovevamo prima passare i controlli e le nostre borse non potevano che essere piene di qualsiasi cosa: ci hanno rimandato indietro almeno 5 volte per il cellulare che doveva essere separato, la macchina fotografica, il tablet, una bottiglia di un litro di acqua naturale -ma non sa che i liquidi non si possono portare?- , la cosa più bella è stata la faccia dei controllori quando hanno trovato 3 tubetti di crema identica, una per borsa, giusto perché odio le mani screpolate!

Alla fine abbiamo superato i controlli in calzini, a me hanno fatto pure togliere gli occhiali, così sono salita sull’aereo senza vedere dove fossi e alla domanda della hostess: “signora, tutto bene? La vedo scossa…” la mia risposta è stata: ” eh, si, cioè,  dovrei mettere il reggiseno!” – che aveva il ferretto e ai controlli me lo avevano fatto sfilare in mezzo a tutti!-

Stavamo già imprecando contro l’alitalia quando abbiamo realizzato che in realtà avevano inviato una mail dicendo del cambio orario, ma a noi era bellamente sfuggita…. per lo meno siamo tornati a casa e per di più senza dover aspettare ore e ore in aeroporto!

Ps: appena abbiamo aperto la porta di casa la domanda è stata: “a quando il prossimo viaggio?” Dateci qualche mese e vedrete che sarà ancora Orsetti on the road!

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