E’ un pò di tempo che sto lavorando ad un libro, una guida turistica semi-seria su come girare gli Stati Uniti senza un centesimo in tasca. Forse non verrà mai pubblicata, ma oggi mi sentivo di condividere con voi le prime righe…
Prefazione, o meglio, “l’inquisizione”
“ Sistemati la giacca e per favore comportati bene!”
“ Vorrei che tu capissi quanto è imbarazzante per me conoscere tutti i tuoi parenti in un solo pomeriggio… per di più tutti che ci offrono un caffè: non dormirò per due notti filate” mi risponde repentinamente, stanco di dover sorridere e porgere confetti a tutti i miei amici, parenti e conoscenti.
“ Non preoccuparti” replico cercando di calmarlo, “ la zia Maria è anziana, non beve caffè da anni, ci offrirà un the non appena ci vede, vedrai….”
La porta si apre ed ecco la zia Maria, rigorosamente vestita di scuro e con i capelli corti, ricci, di un biondo rubato alla seconda guerra mondiale. Si alza gli occhiali da lettura e ci mette a fuoco. Quando capisce chi siamo, ci accoglie in casa come se non vedesse anima viva da settimane ed esclama “Che bello vedervi! Volete un thè?”
Lo guardo con aria saccente da “ te l’avevo detto” e lo rassicuro sussurandogli in un orecchio: “ vedrai, faremo in fretta”.
La zia esordisce subito accogliendo il mio fidanzato come se fosse un figlio:
“ E quindi tu sei Roberto!”
“ No mi chiamo Stefano….”
“ si, si, Stefano.”
Silenzio. Un sorso di thè.
Non c’è speranza. Arrivate ad una certa età sembra che le persone abbiano conosciuto così tanti essere umani che per loro risulta quasi impossibile riuscire ad aggiungere un volto e un nome all’infinita lista che già hanno in testa. É come se la loro memoria fosse talmente colma di abbinamenti viso-nome che non possono far altro che cercare di collegare il volto che hanno davanti con qualcuno conosciuto in passato ed è così che noi veniamo ribattezzati con nomi di persone che forse ci somigliano, o forse no, l’importante è che il loro nome ci calzi a pennello.
Un altro sorso di thè e si può dare inizio all’inquisizione:

Iniziamo con qualche domanda facile facile: “Come vi siete conosciuti? Da quanto vi conoscete?” seguono le domande di rito sul rito: “Dove vi sposate di preciso? Ah, bella chiesa… Dove sarà il ricevimento? Lo zio Beppe viene? Sono anni che non lo vedo…” Qualche frivolezza zia-nipote ”Cara, hai già scelto il vestito? Bianco o avorio? E i fiori?” e per concludere una bella frecciatina al fidanzato “ Roberto – no, sono Stefano- si, Stefano, come ha preso la tua famiglia questa scelta di sposarvi?”
Silenzio.
Siamo arrivati alla conclusione della visita. O forse no, non è ancora finita. Certo che non è finita, perché non può finire così, manca lei, la domanda per eccellenza, quella che per ogni singolo invitato sembra essere la cosa fondamentale da sapere per decidere se accettare o meno di partecipare al tuo matrimonio: “Dove andrete in viaggio di nozze?”
La domanda pesa come una scure sul collo, e la zia Maria da simpatica vecchietta si trasforma subito in un boia che prima ancora di ascoltare la tua risposta, pronunciata un po’ come se fosse un ultimo desiderio prima della lunga e noiosa vita coniugale, inizia a farti l’elenco di almeno sette o otto parenti e conoscenti che si sono sposati nell’ultimo decennio, con tanto di precisazione della destinazione:
“La figlia del Piero è andata in Malesia, due settimane in quelle casette di paglia sul mare, una delizia. Il fratello della signora Bettoni invece è stato a New York e poi a Cuba, l’agenzia gli ha organizzato tutto, pensa, c’era anche una limousine che li ha aspettati fuori dall’hotel per portarli a fare acquisti. La nipote della signora Lucia, ricordi Lucia, vero? La signora giovane che abita qui di fronte (nota di redazione la signora Lucia ha passato le 65 primavere tre inverni fa) è stata in Madagascar, li hanno portati con la jeep a vedere gli animali, pensa anche i leoni vivi! Marco e Francesca invece sono andati alle “6 Shells”,…“
E come se non bastasse, dopo l’infinito elenco di persone che hanno visto posti da favola, la zia gira il coltello nella piaga precisando che: “Non vorrai fare come me? Il mio viaggio di nozze è stato due giorni a Milano a vedere il duomo. Se ti andava bene ai miei tempi andavi al mare in Toscana, altro che oggi, voi giovani avete la possibilità di girare il mondo”.
Nella tua mente passano i pensieri più disparati, dall’iniziare una inutile discussione sul fatto che non è assolutamente vero che oggi si stia meglio di allora, al voler fare la lista di tutte le spese che dovete sostenere per questo matrimonio e che il viaggio di nozze organizzato forse è un po’ troppo fuori mano dato i costi di certe agenzie, fino al voler ribattere, sconsolata, dicendo che la Toscana in fin dei conti non è così male. E mentre tutto questo passa nella tua mente e davanti ai tuoi occhi, dalle tue labbra esce un semplice ed innocuo:
“ Ci stiamo ancora pensando….”
E così, con l’ultimo sorso di thè, l’inquisizione è finita e possiamo salutare la cara zia Maria.
“Ci stiamo ancora pensando…” eh, si, non è che sia stata una risposta campata per aria, anzi, effettivamente ci stiamo pensando, e non poco. In fin dei conti il viaggio di nozze è davvero il viaggio per eccellenza, quello che anche se andrai in Malesia fra 15 anni non avrà mai la magia della luna di miele: tu, l’uomo che hai spostato al tuo fianco (Stefano o Roberto che dir si voglia), passeggiare mano nella mano, pensare solo alla splendida vita insieme che è lì davanti e vi sta aspettando.
Noi volevamo andare negli Stati Uniti, ad inseguire il grande sogno americano e assaporare un po’ di quella terra dalle grandi opportunità, ma dopo aver incontrato qualche agente di viaggio e chiesto un paio di preventivi, ci eravamo accorti che forse tre giorni in Toscana, visitare gli Uffizi, riposare in un agriturismo, non erano davvero così male come idea. In fondo la limousine è lunga, scomoda da guidare e soprattutto non fa al caso nostro, e del nostro portafoglio. Alla fine era solo un viaggio come un altro, “arriveranno tempi migliori”, ci ripetevamo pensando a quanto sarebbe costata una luna di miele negli USA e quanto invece sembravano convenienti due settimane ad agosto sulla riviera romagnola… pensa, per Ferragosto fanno anche i fuochi d’artificio sul mare. E mentre dentro di noi ci consolavamo vedendo il lato positivo di una vacanza qualunque, ci ripetevamo che andare insieme negli Stati Uniti era il nostro sogno per la luna di miele e il nostro viaggio di nozze sarebbe stato negli Stati Uniti, in un modo o nell’altro.
